Ricominciare ad allenarsi dopo le feste, può essere un momento critico per chi pratica sport. Ancor più per chi è abituato ad allenarsi in modo regolare. Ci si può sentire quasi bloccati.
Per piacere e talvolta quasi per dovere (gli obblighi familiari!), le festività ci inducono a interrompere le buone pratiche alimentari e il nostro programma di allenamento. Ma come si è detto (ne abbiamo già parlato nell’articolo sulla gestione dell’off-season) questo non ha necessariamente un effetto negativo sul nostro corpo.
Dopo l’ultima abbuffata, infatti, siamo tornati alla pratica riposati – con le giuste ore di sonno – e certamente con tante calorie in più a disposizione. Ci stupisce così, sentirci privi di forze o di energie, appesantiti. Sappiamo inoltre che brevi periodi di interruzione non comportano una grande variazione in termini di forza muscolare, né a livello metabolico. Anche per ciò che riguarda la capaicità aerobica o la VO2max, l’impatto dello stop non giustificherebbe lo choc che ci può causare la ripartenza.
Se non esistono altri fattori a determinare la difficoltà a tornare a correre in palestra, o a praticare sport in generale, a pesare potrebbe essere l’aspetto psicologico della condizione di riposo.
Rinforzi negativi e positivi nella routine di allenamento: l’aspetto psicologico della condizione di riposo.
Se stai leggendo questo articolo è probabile che tu sia una persona meticolosa nell’allenamento o che tu attribuisca una certa importanza a questo aspetto della tua vita. Anche se vedessi qualche kilo in più sulla bilancia, ciò con cui stai facendo i conti non è un cambiamento fisico, ma mentale. Ad averlo causato è il meccanismo del rinforzo, studiato dalla psicologia comportamentista a partire dagli anni Venti.
Sentiamo spesso dire da chi pratica sport che, saltata una sessione, si sente a disagio, in colpa o persino di cattivo umore. Bene: la routine obbligo – impegno – risultato ha un enorme peso psicologico per chi ha raggiunto un certo livello di condizionamento. Il rinforzo positivo, in questo caso, può essere costituito da molti fattori, primo fra tutti le famose “endorfine” rilasciate in fase di recupero, quel senso di benessere che il corpo innesca per compensare il dispendio energetico o l’impiego muscolare, il cosiddetto danno muscolare. Esserci allenati poi, ci permette di mangiare qualcosa in più evitando – quindi rinforzo negativo – il senso di colpa che è ormai culturalmente legato all’indulgere al cibo. Rinforzi positivi sono poi i tempi che migliorano – chi non ha ancora comprato un fitwatch o uno smartwatch? – la forza che aumenta in palestra, i compliementi degli amici.
Ma come prende piede la resistenza psicologica all’allenamento?
Per spiegare come avvenga questo fenomeno dobbiamo risalire al momento in cui apprendevamo i rudimenti del nostro sport. Quanto non ci ricordiamo è, infatti, del dolore legato al superamento dei nostri limiti psicofisici iniziali. Senz’altro la concentrazione per apprendere la coordinazione necessaria al movimento sarà stata notevole. Così anche il nostro apparato avrà dovuto registrare una grande quantità di stimoli per adattarsi alla performance richiesta. Per migliorare abbiamo dovuto soffrire parecchio.
Se è vero che lo sport ci fa sentire bene è per l’aspetto sistemico dell’essere in salute, ma anche e soprattutto per il meccanismo di fatica-premio che vi è alla base dello svolgimento di qualsiasi sport.
Oziando, questa struttura psicologica legata allo svolgimento di un’attività per l’ottenimento di qualcosa di positivo è venuta meno, anzi si è ribaltata. Diventa così più difficile rompere la barriera del “dolore” iniziale, della fatica, per il semplice fatto che – per qualche settimana – il premio è arrivato senza alcun patimento. Si è attuato un rinforzo negativo tra ozio e assenza di fatica.
La vita è fatta di impegno e risultati
Se può apparire strano, si deve pensare che la maggior parte degli aspetti della nostra vita lega la risoluzione di un problema o l’impiego di energie, al raggiungimento dello stato di benessere. È vero per gli studi, sul lavoro, in casa e persino nelle relazioni. L’essere umano replica questo modello in quasi tutte le sue opere perché è un’esperienza essenziale vissuta da ciascuno di noi. Persino ancestrale, cioé legata alla specie. Dalla narrativa, ai giochi, ai videogame, per ottenere il premio il protagonista dovrà superare un limite.
Consigli su come riprendere ad allenarsi dopo le Natale e le feste
La soluzione per la mancanza di voglia, per chi non riesce più a superare il kilometro, sona la riparatenza graduale – che ci salvaguarderà da infortuni o peggio – e la programmazione. Sapere dove si sta andando è il modo perfetto per vivere serenamente un partenza graduale.
Il consiglio è quindi di regalarsi qualche sessione di puro svago, senza eccessi, godendoci il bello dello sport senza fissare obiettivi, ascoltando il nostro corpo e le sue potenzialità. Un altro trucco per entrare nel mood può essere quello di utilizzare dei preworkout come Sprintade Complete Energy, Sprintade Energy Gum o Energy Gum Plus prima di allenarsi e tornare a maneggiare o regolare la nostra attrezzatura per provare tutte le sensazioni stupende legate al nostro sport.